Terapia Occupazionale

Il Modello MOVI di Terapia Occupazionale

Il MOVI è nato e cresciuto in tre stanze in un vecchio e romantico cortile nel centro della città di Milano, circondato da oleandri e muri screpolati. Il nome del centro è Il Vivaio, che spiega il nome “Modello Vivaio”. È cresciuto dall’incontro tra tre persone con tre differenti background e formazioni, ma con un comune interesse per lo straordinario potere delle emozioni, una forza misteriosa ed invisibile ma sempre presente nelle relazioni umane: Julie Cunningham, Carolina de Sena Gibertoni e Elisabeth de Verdière Crespi. È stato questo interesse intorno alle emozioni in terapia che le ha condotte alla questione fondamentale rispetto a come i terapisti occupazionali possano riconoscere, pensare e lavorare con i sentimenti dei loro pazienti e i propri, mantenendo il loro obiettivo di base di promuovere l'occupazione.


Le fondatrici hanno proseguito con una modalità di svolgere la professione appresa negli Stati Uniti (1963 – 1968), quando l'orientamento psicoanalitico era forte nella professione, seguendo la tradizione di Gail Fidler (Fidler e Fidler, 1963) e degli Azima (Azima e Azima, 1959). Ma, mentre la professione nel resto del mondo si allontanava dal pensiero psicoanalitico e puntava a interventi più brevi, di tipo funzionale e comportamentale, la loro ricerca cominciava ad assumere una propria identità, guardando più a fondo nella relazione a tre tra terapista, paziente e “fare". Il loro pensiero e la loro esperienza hanno cominciato a prendere la forma di un modello concettuale di pratica in Italia attorno all’anno 2000, e il MOVI con il suo nome specifico è stato presentato alla comunità internazionale di terapia occupazionale al Congresso Europeo di Atene (Cunningham e Gibertoni, 2004) e al Congresso della Federazione Mondiale a Sydney (Cunningham e Gibertoni, 2006).

immagine del palazzo il vivaio
Terapia Occupazionale

Il modello vivaio

L'Associazione Vivaio porta avanti il MOVI, l’unico modello nato in Italia. Il MOVI affonda le sue radici nella psicoanalisi. L’elemento centrale è il riconoscimento delle emozioni che il “fare” attiva e veicola in presenza di una relazione dinamica tra paziente, attività e terapista, dove ognuno dei protagonisti trasferisce qualcosa all’altro. È l’unico modello di terapia occupazionale che include la teorizzazione della presenza del terapista. Questa caratteristica dà al modello un forte orientamento relazionale. Le dinamiche della relazione tra terapista e paziente sono considerate, in questo modello, essenziali al processo di cambiamento.

"“Adesso capisco perché questo posto si chiama il Vivaio: è un posto dove si vive!”"

- Paziente Anonimo

Domande Frequenti

Che cos'è l'Associazione Il Vivaio?
Cos’è la Terapia Occupazionale?
Cosa distingue il modello MOVI?
Come si applica il modello MOVI nella pratica?
Chi può beneficiare della Terapia Occupazionale con approccio MOVI?
Quali servizi offre l’Associazione Il Vivaio?
Come viene strutturata la formazione post-universitaria offerta dall’Associazione Il Vivaio?
Che supporto viene offerto ai familiari e ai caregiver?
Qual è l'importanza delle emozioni nella terapia occupazionale secondo il modello MOVI?
Cosa offriamo ai pazienti?

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